Stoccaggio caotico ed espropriazione di conoscenza della forza-lavoro

Così è definito il sistema di Amazon, che presenta una serie di vantaggi logistici per l’efficienza dell’azienda, ma, come chiarisce Delfanti:

genera un tipo di inventario in cui nessun essere umano sarebbe in grado di orientarsi senza l’aiuto dell’algoritmo amazoniano. (…) [Per altro] soltanto la forza lavoro umana è dotata dell’elasticità e della velocità necessarie a stoccare in modo efficiente (…) una gamma di oggetti disomogenea per forma, peso, volume, colore e via dicendo. Ciò che manca alla forza lavoro – o meglio, ciò che è pronta a cedere piuttosto in fretta alle macchine – è conoscere la collocazione delle merci stoccate. (…) lo stoccaggio caotico aumenta la probabilità di avere sempre a portata di mano vari prodotti in ogni scaffalatura. Inoltre, permette di ridurre il tempo di percorrenza improduttivo (per usare una terminologia presa in prestito dalla letteratura sul management) dei picker incaricati di evadere un ordine (…) attraverso il tracciamento di persone e cose (…) [che determina] il totale spaesamento dei lavoratori [che sono così] totalmente dipendenti dal sistema di inventario [ed espropriati, rispetto alle precedenti forme di magazzino,] la necessità che lavoratori e lavoratrici conoscessero sempre meglio il magazzino stesso, [che li valorizzava]. (A. Delfanti, “Il magazzino. Lavoro e macchine ad Amazon”)