Delfanti ci fa riflettere sul fatto che
Amazon ha sviluppato sofisticati sistemi algoritmici e robotici per rendersi sempre meno dipendente dal know how di chi lavora nei suoi magazzini. Questo le consente di mantenere alti tassi di produzione nonostante si avvalga di una forza lavoro spesso inesperta. I magazzinieri sono assolutamente interscambiabili: sono sufficienti poche ore per addestrare nuovi picker, tanto poi ci penseranno gli algoritmi a organizzare tutto e a guidarli nel processo di lavoro. L’addestramento è organizzato attorno a delle schools, veri e propri corsi intensivi per insegnare una procedura specifica, come il prelevamento o la ricezione delle merci. Questo consente al magazzino di affidarsi a masse di lavoratrici e lavoratori che possono entrare rapidamente in servizio, reggerne i ritmi, e alla fine essere scaricati altrettanto in fretta quando non sono più necessari o produttivi, proprio perché sostituirli è facile. Ecco perché sia il tasso di ricambio sia quello di produttività possono mantenersi alti. (A. Delfanti, “Il magazzino. Lavoro e macchine ad Amazon”)