Engagement

Tempo di permanenza di un utente su di una piattaforma, variabile fondamentale dell’economia dell’attenzione.

In politica, esso è definito come “consenso immediato” e gli algoritmi che lo hanno come scopo sono finalizzati a intercettare aspirazioni e paure dei potenziali elettori.

“La macchina onnipotente dei social network, fondata sugli impulsi più primordiali della psicologia umana, non è stata concepita per darci tranquillità. Al contrario, è stata pensata per tenerci in una condizione di incertezza e di frustrazione permanente. Il cliente ideale di Sean Parker, di Zuckerberg e di tutti gli altri è un compulsivo, costretto da una forza irresistibile a tornare sulla piattaforma decine, se non centinaia di volte al giorno, alla ricerca delle mini-dosi di dopamina di cui è diventato dipendente. Uno studio americano ha dimostrato che, in media, ognuno di noi esercita 2617 pressioni al giorno sul proprio smartphone. Non proprio il comportamento di una persona sana di mente. Piuttosto, quello di tossicodipendenti all’ultimo stadio, che passano le loro giornate a drogarsi a colpi di refresh e di like”. (da Empoli)

Del resto,

“Non è un caso che il link sia una funzione inesistente nelle social app, nelle quali al massimo è possibile “embeddare” contenuti provenienti da altre fonti e comunque mai più di una volta per testo. Un incorporamento speculare a quello dei device digitali nella nostra vita che appiattisce la focalizzazione e i punti di vista e obbliga gli utenti a organizzare, esprimere, enunciare e ricordare i discorsi e le storie secondo un modello preconfezionato dal codice scritto da un team di sviluppatori di un’azienda privata”. (P. Sordi)

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