Decostruire la progettazione per ripristinare la democrazia culturale

Salvo poche eccezioni, a incrementare la tendenziale subalternità alla tecnocrazia più rigida delle accademie asservite al capitalismo cibernetico, vi è la delega alla progettazione, implementazione, gestione e manutenzione degli arcipelaghi di dispositivi digitali di loro competenza alle autoritarie e chiuse divisioni dei sistemi informativi, con l’opportunistico vantaggio per la parte della “didattica” e della “ricerca” di un’ulteriore deresponsabilizzazione. Che gli studenti e i docenti siano vincolati da scelte frutto di un’idea di razionalità e efficienza distaccate e sottratte a ogni controllo democratico e partecipativo, appare non essere un problema degno di considerazione.

A mettere in – profonda ed esplicita – discussione questo approccio e a fornire strumenti per chi voglia o volesse esercitare il proprio diritto alla critica, vi è (tra gli altri) il filone della riflessione sulla progettazione di “manufatti informatici” orientati al lavoro e alla democrazia della comunicazione, per il presidio del rinnovamento tecnologico, storicamente incarnato da Pelle Ehn.

Tra le concettualizzazioni a cui fa riferimento, la “riprogettazione idealizzata“, ovvero la progettazione di sistemi sostitutivi di quelli esistenti con la massima libertà di opzione e l’unica condizione della realizzabilità tecnica. O l’impostazione di Winograd e Flores, che assumono come punto di partenza ciò che le persone fanno autenticamente con i calcolatori, come li utilizzano in reciproca cooperazione e come l’uso potrebbe migliorare: i manufatti informatici valgono per ciò per cui vengono utilizzati da chi è coinvolto nelle attività. Un word processor, ad esempio, esiste non come dispositivo in sé, sommatoria di funzionalità, ma perché si colloca all’interno di una rete di attività, di una filiera di produzione intellettuale e industriale, di convenzioni e di tradizioni, che può rinnovare in senso positivo, a patto di migliorare il processo – che ha una propria tradizione specifica- dal punto di vista degli utenti.

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