Come anticipato su questo blog nella citazione da parte di Antonio Casilli, Waò chiarisce:
chiamo la classe dirigente emergente la classe vettoriale, perché il loro potere di classe deriva dalla proprietà e dal controllo del vettore di informazioni. Il vettore di informazioni include la capacità di trasmettere, immagazzinare ed elaborare informazioni. È il mezzo materiale per assemblare i cosiddetti big data e realizzarne il potenziale predittivo. La classe vettoriale possiede e controlla i brevetti, che conservano il monopolio su queste tecnologie. Possiede o controlla i marchi e le celebrità che attirano l’attenzione. Possiede la logistica e le catene di approvvigionamento che mantengono le informazioni nei suoi stack proprietari. (…) c’è una differenza tra l’informazione come forza di produzione e l’informazione come forza di produzione dominante . La classe vettoriale non ha più bisogno di possedere le altre forze di produzione. Apple e Google in realtà non realizzano i propri prodotti. Una parte considerevole di coloro che impiegano direttamente non sono lavoratori ma hacker, persone che escogitano nuove informazioni, di tipo sia tecnico sia culturale, da incorporare in prodotti la cui fabbricazione può essere appaltata a una classe subordinata di capitalisti. (…) A grandi linee, i modi di produzione antichi, feudali, dispotici, capitalisti e vettoriali possono essere designati come epoche che segnano l’estensione dello sfruttamento della natura da parte di forme socio-tecniche di crescente astrazione. Il modo di produzione capitalistico era immaginato come l’ultima forma antagonista del processo sociale di produzione. Marx pensava che “la preistoria della società umana si chiude di conseguenza con questa formazione sociale“. Su questo, si sbagliava. (…) L’infrastruttura vettoriale getta tutto il mondo nel motore della mercificazione, modificando nel contempo la forma merce stessa. Non c’è nulla che non possa essere etichettato e catturato attraverso informazioni su di esso e considerato una variabile nelle simulazioni che guidano l’estrazione e l’elaborazione delle risorse. Molto semplicemente, abbiamo esaurito il mondo da mercificare. E ora la mercificazione può solo cannibalizzare i propri mezzi di esistenza, sia naturali che sociali. (…) Se la classe capitalista possiede i mezzi di produzione, la classe vettoriale possiede i vettori di informazione. Possiede gli estesi vettori di comunicazione, che attraversano lo spazio. Possiede i vettori intensivi di calcolo, che accelerano il tempo. Possiede i diritti d’autore, i brevetti e i marchi che catturano l’attenzione o assegnano la proprietà a nuove tecniche. Possiede i sistemi logistici che gestiscono e monitorano la disposizione e il movimento di qualsiasi risorsa. Possiede gli strumenti finanziari che rappresentano il valore di ogni risorsa e che possono essere immessi sui mercati per raccogliere in crowdsourcing il possibile valore di ogni possibile combinazione futura di tali risorse. Possiede gli algoritmi che classificano, ordinano e assegnano informazioni particolari in circostanze particolari. Questa classe vettoriale arriva a dominare non solo le classi subordinate, ma anche altre classi dominanti. Proprio come il capitale è arrivato a dominare la proprietà fondiaria, sussumendo il suo controllo sulla terra in una forma di proprietà più astratta e fungibile, così anche la classe vettoriale ha sussunto e aggirato il capitale in una forma più astratta. La classe capitalista si trova in una situazione di svantaggio. Possedere i mezzi di produzione, lavoro materializzato in capitale nel senso di impianti e attrezzature, è un investimento rigido e a lungo termine. Possedere e controllare il vettore, l’hacking di nuove informazioni materializzate in brevetti, diritti d’autore, marchi, logistica proprietaria. È più astratto, flessibile, adattivo. Non è più razionale, ma è più astratto. La classe vettoriale monopolizza i crocevia dove transitano le informazioni, (…) mentre i prodotti effettivi hanno qualche connessione con la località, tale localismo si basa su un’infrastruttura informativa o uno stack vettoriale posseduto e controllato dalla classe vettoriale: Google, Amazon, Paypal e così via ottengono tutti la loro parte. Il loro potere può assumere la forma di un’infrastruttura vettoriale che consente loro di estrarre asimmetrie informative sia dal capitale che dalle classi subordinate e di accumulare informazioni asimmetriche su tutte queste attività ora subordinate al vettore (McKenzie Wark,”Capital Is Dead: Is This Something Worse?”- traduzione in proprio)