Processo di emancipazione dalle costrizioni e dalle restrizioni culturali in cui rinchiude il totalitarismo lessicale e concettuale imposto dal capitalismo delle piattaforme, che definisce e descrive il mondo digitale secondo un’unica prospettiva, l’egemonia mercatista. Richiede un approccio divergente dalla logica della società della prestazione, l’impiego di termini disvelanti e la ri/attribuzione di significati demistificanti alle espressioni di uso corrente e consolidate.
Nel campo, per esempio, delle tecnologie applicate all’istruzione, come ci ricorda Guidi:
“Selwyn trova che l’uso dell’iperbole e delle immagini enfatiche sia molto frequente (…) un termine banale come learning technologies , ossia «tecnologie dell’apprendimento», veicola già un’idea di cosa possa succedere quando una certa tecnologia viene applicata: l’apprendimento aumenta. È facile capire come tale visione sia intrinsecamente deterministica. La possibilità che la tecnologia applicata alla didattica non porti all’apprendimento non viene nemmeno presa in considerazione in questo tipo di retorica. Perché non chiamare, si domanda Selwyn, un virtual learning environment semplicemente teaching management system ? Come ricorda Selwyn, nelle scienze sociali si sa che il linguaggio non è neutro ma contribuisce a rendere socialmente preferibili alcune scelte politiche.
[…] decolonizzazione concettuale e lessicale. […]
"Mi piace""Mi piace"