Nella visione originale di Ted Nelson, i collegamenti del progetto Xanadu dovevano garantire l’accesso ai documenti da parte dei lettori e anche – a ritroso – l’accreditamento dei diritti d’autore. Questo modello avrebbe reso riconoscibile e riconosciuto ogni singolo contributo
I link effettivi sono stati concepiti e realizzati invece come mono-direzionali e percioò favoriscono il ranking dei motori di ricerca e la conseguente rendita culturale ed economica, diretta e indiretta, delle piattaforme di aggregazione, invece di valorizzare il lavoro degli autori.
Tra le conseguenze di questa scelta e della relativa implementazione, la capacità retorica dei grandi attori della rete di spacciare la link tax come attacco alla “libertà del web” – esemplare significante-quasi-vuoto -, invisibilizzando di fatto la propria attività di accumulazione e di estrazione di valore.
[…] Secondo la retorica mainstream prevalente, la connettività via telefono mobile offre grandi opportunità, dal punto di vista cognitivo, culturale, lavorativo e così via. Vi sono riflessioni sulla mutate condizioni della comunicazione e sulla diversa rappresentazione dello spazio e dei luoghi, così come delle relazioni sociali. Un’ampia trattazione del rapporto tra utenti e rete, insomma. Molto più raro, invece, l’approccio nella direzione opposta, ovvero l’analisi del rapporto tra network algocratici e utenti: i primi catturano dati personali, relazioni, posizioni, movimenti, abitudini, preferenze, opinioni dei secondi e li elaborano a fini di marketing, di predizione e in generale di estrazione di valore. Sfruttano cioè la propria posizione centrale per costruire un sistema di sfruttamento della messa a lavoro dell’intera sfera bio-cognitiva dei prosumer. Insomma, ogni link è biridezionale. […]
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