La battaglia per la scuola della sfera pubblica e dell’emancipazione è sempre più difficile, perché è prevalso il pensiero pedagogico unico, di cui la gestione mainstream del digitale è paradigmatica.
E perché nessuno ha di fatto mai preso in carico davvero questo aspetto. Al sovranismo delle conoscenze accademiche classiche, una sinistra snob e colta – in genere liceale – ha anzi unito il rifiuto aprioristico della riflessione sulle tematiche giuridiche, psico-sociali, economiche, politiche, filosofiche etiche, civili e soprattutto ibride implicate nella progressiva estensione dell’industria della vita.
Anche – se non soprattutto – per questo non vi è in Italia (a differenza di altri Paesi) un solido pensiero divergente che non sia solo distruttivo, fatta salva la breve stagione delle tecnologie “tattiche”. Forse, in questi giorni abbiamo invece l’occasione di riflettere se non di batterci per costruire pezzi di controegemonia.
[…] e in larga misura gratuite, che dimostrano soltanto una conoscenza superficiale e fondata su pregiudizi polarizzati(secondo la peggiore moda della socialità algocratica) del rapporto tra “digitale”, […]
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[…] esistono anche modalità e intenzioni divergenti. La sua posizione finisce quindi per essere solo distruttiva, composta sostanzialmente di […]
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[…] unicum, da respingere in blocco senza articolazioni e senza autentica riflessione, in nome di un minoritarismo solo distruttivo. Qui, però, il discorso ruota intorno ad un’affermazione da respingere, per altro in […]
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