Visione retorica di Internet e della sue articolazioni pratiche e implicazioni culturali, fondata sull’illusione che la rete sia egualitaria, mentre a descriverne e sinterizzarne le caratteristiche è la legge di potenza.
Questa idea mitologica delle infrastutture ha avuto svilupo negli anni ’90, con le nozioni di intelligenza collettiva e di folla intelligente, contrapposte all’ipnosi mediatica della TV. Dopo la crisi dovuta al crollo della cosiddetta New Economy, questo approccio ha ripreso forza con il marketing culturale della fase 2.0 e/o la mistica delle rivoluzioni politiche gestite con post e tweet.
In questo momento, fake news e manipolazione di massa, monopolio di fatto delle piattaforme, diffusione dell’odio e dell’aggressività, erodono la credibilità del mito, ma esso è destinato a ripresentarsi, anche perché il riduttivismo accademico e la narcosi istituzionale – per lo meno in Italia- non ne colgono la totale assenza di fondamento e continuano a sostenerla come prospettiva operativa e perfino educativa e formativa.
[…] sottolineato che le piattaforme sono l’opposto dell’utopia illusoria della rete aperta e sono valorizzate e difese, da ogni punto di vista, compresi quello antropologico […]
"Mi piace""Mi piace"
[…] di informazioni con fini di profilazione e di marketing. Costituisce il punto di massimo accentramento delle Reti attuali. Tra i suoi effetti fondamentali, la limitazione tecnologica delle […]
"Mi piace""Mi piace"
[…] della tecno-utopia a proposito delle potenzialità democratiche e cooperative dei dispositivi digitali e della Rete, […]
"Mi piace""Mi piace"