Chi cade prigioniero della retorica del “sono solo strumenti” rifletta sul fatto che Marx definisce gli strumenti di lavoro come “cosa, o complesso di cose“, che il lavoratore inserisce tra sé e il proprio oggetto di lavoro e che serve da conduttore della sua attività sull’oggetto stesso.
Questa definizione “tecnica” prescinde però dal modo e dai rapporti di produzione, ovvero – nel caso del capitalismo – dal processo di valorizzazione e dalla sussunzione del lavoro, quando lo strumento stesso diventa capitale.
I dispositivi digitali esplicitamente rivolti al lavoro, ma anche quelli con intenzione, progettazione e azione estrattiva, sono invece pienamente inseriti in un processo di valorizzazione esteso all’intera vita del pianeta.
Questo aspetto deve pertanto essere parte integrante di ogni percorso di formazione in proposito: vanno esplicitati i processi di razionalizzazione finalizzati al profitto economico, spesso invisibilizzati e spacciati per incremento qualitativo e quantitativo delle attività e delle relazioni umane.