Il pensiero critico collettivo, dialogico e dialettico, se vuole assumere una prospettiva di umanesimo radicale eco-socialista di unità nella pluralità, di convivialità e di impoteramento collettivo, utile alla lotta per l’emancipazione, ha bisogno non solo di risemantizzazioni concettuali emancipanti, ma anche di definire via via metadati pluriversali, adatti a cogliere e sottolineare gli aspetti comuni ai diversi punti di ingresso e di enunciazione della conoscenza come bene comune, costruita e condivisa con approcci, esperienze, percorsi e forme di aggregazione diverse – per esempio “metodologia rivolta agli oppressi”, “lessico antipatriarcato”, “critica del capitalismo”, “critica dell’eccezionalismo specista”, “epistemologia dell’oppressione”, “gerarchizzazione eurocentrica dei saperi” e così via.