Accademia versus cittadinanza?

Ieri ho assistito a una bella e chiara presentazione della cosiddetta intelligenza artificiale. Durante e al termine della quale ho avuto l’ennesima testimonianza di come i recinti del sapere accademico e disciplinare possano compromettere da più punti di vista la cittadinanza consapevole.

Una domanda dal pubblico ha chiesto al relatore se e quando si possa formare un movimento di fisici e scienziati che ragionino sulla regolamentazione dell’AI. Riducendo la competenza civile e politica alle conoscenze specifiche e alle iniziative settoriali degli addetti ai lavori.

Ad altra domanda, sui – presunti – provvedimenti “burocratici” (sic!) del Garante della privacy, non è invece stata data alcuna risposta. Dimostrando di ignorare il fatto che il blocco degli utenti riconosciuti come proveniente dall’Italia era una decisione del dispositivo e non dell’autority (ovvero la totale accettazione acritica del sensazionalismo mediale e del rancore turbolibertariano). E – peggio – dichiarando: “Di quelle cose lì io non mi occupo“.